Da Redazione Acli Terra Calabria
Franco Laratta, già deputato della Repubblica, giornalista e scrittore. Oggi consigliere di amministrazione di ISMEA (Istituto per i Servizi nel mercato agricolo e alimentare), I.S.A Spa (Istituto Sviluppo Agricoltura), S.G.F.A. (Società Gestione Fondi Agroalimentari).
On. Laratta lei è da tempo che ci parla della necessità di istituire un “assessorato alla Terra “. Perché è una necessità…perché mettere da parte l’assessorato all’agricoltura.
«La terra è il nostro bene più prezioso, è la madre di ogni creatura vivente, dei fiori e dei frutti, ci dà aria pulita e acqua pura. La terra è ambiente, agricoltura, turismo, beni paesaggistici. L’assessorato alla Terra è la migliore risposta alle esigenze di una Regione che può e deve vivere di turismo, ambiente, agroalimentare».
Quanto la sua proposta è stata guidata dalla lettura della lettera enciclica sulla cura della Casa comune Laudato Sì di Papa Francesco?
«Moltissimo. Questo Papa è stato il primo a mettere in primissimo piano l’esigenza di difendere la natura, di proteggere l’ambiente, di valorizzare il nostro patrimonio paesaggistico. Dal rispetto e dalla difesa dell’ambiente naturale passa il futuro della terra. I potenti della terra solo oggi si ricordano della straordinaria importanza di difendere la terra, di smettere di aggredirla e avvelenarla».
Possiamo declinare le cose che potrebbe fare l’assessorato alla Terra? A partire della tutela dell’ambiente.
«Coordinare tutte le iniziative per fare dell’ambiente il motore della crescita economica della Calabria. Fare dell’Agricoltura la nostra eccellenza. Investire su un turismo di qualità che sia rispettoso del nostro patrimonio naturale: il mare, la montagna, i centri storici, le ricchezze naturali più pregiate».
La Calabria è una terra di prodotti di eccellenza, di luoghi straordinariamente belli, di archeologia, di cultura antica, di gente generosa. Cosa offrirebbe allo sviluppo integrato ed alla ripresa della Calabria il nuovo assessorato alla Terra?
«Deve offrire tutto: un progetto per la Calabria prima di tutto. Convogliare tutte le risorse finanziarie sulla terra. Sostenere l’impresa giovanile. Coordinare e sostenere l’azione dei privati che valorizzano il patrimonio naturale, paesaggistico e agroalimentare. Azzerare la burocrazia, i tempi morti, i ritardi, la soffocante invadenza degli apparati».
La sua ultima pubblicazione “Vantativinne” narra casi di eccellenza di questa terra. Chiudiamo con una sua riflessione sul testo. Perché nasce Vantativinne ? C’è qualcosa di cui vantarsi in Calabria? Siamo in grado ancora di dire la nostra in Italia e nel mondo?
«C’è una Calabria che non attende più, si muove, reagisce, progetta, costruisce. E lo fa nonostante tutto e tutti. È la Calabria dei giovani che scommettono sul loro futuro, si mettono in discussione, fanno scelte coraggiose, innovative. Spesso questi giovani pagano prezzi duri, fanno enormi sacrifici, vengono lasciati da soli, inseguiti e ostacolati da una cieca burocrazia e dalle lungaggini delle istituzioni. Ecco, io racconto questa Calabria. Racconto dei calabresi che non si arrendono, che reagiscono, che producono».
Un’ultima cosa? La Calabria con i suoi giovani, quelli che avranno la forza di restare, potrà farcela?
«Ne sono convinto».