I dati del 29° Dossier Statistico sull’Immigrazione
di Roberta Saladino*
Il 24 ottobre 2019 è stato presentato il Dossier Statistico Immigrazione 2019 che giunge alla sua 29esima edizione, in contemporanea in tutte le Regioni e Province Autonome. In Calabria è stato presentato presso la Sala delle Culture della provincia di Catanzaro. Il Dossier è stato realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, in partenariato con Confronti e con il sostegno dell’Otto per mille della Chiesa Valdese – Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi,. Quest’anno ha contribuito al volume anche il Centro di ricerca Laboratorio di storia giuridica ed economica del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. In questo contributo si metteranno in evidenza i dati socio-demografici più importanti presenti nel Capitolo “Calabria. Rapporto Immigrazione 2019”.
Il patrimonio demografico in Calabria
Facendo un’analisi per regione, al 31 dicembre 2018 la Calabria si colloca al 12 posto per numero di stranieri residenti (confermando ciò che si era registrato al 31 dicembre 2017), pensiamo che al 31 dicembre del 2013 la Calabria occupava il 16° posto. Ma esaminando le variazioni percentuali rispetto l’anno precedente, si osserva una graduatoria diversa, dove vede al primo posto la Calabria con 4,23% a seguire la Sicilia (3,63%) e il Friuli V. G. (3,29%). L’unica regione che fa registrare un decremento rispetto al 2017 è il Molise con – 0,30%.
Un altro dato demografico che emerge dall’analisi è che in Calabria la femminilizzazione del fenomeno dal 2016 in poi si è arrestato: oggi, l’incidenza delle donne sul totale è pari, infatti, al 48,30%. Mentre a livello nazionale si registra ancora un’incidenza maggiore delle donne sul totale della popolazione straniera (51,7% al 31 dicembre 2018), c’è da dire che più della metà delle regioni fanno registrare un’incidenza alta delle donne (16 in tutte, nel podio troviamo la Valle D’Aosta con una quota del 55,64%, a seguire Umbria e Marche rispettivamente 55,47% e 54,21%).
Al 31 dicembre 2018 gli stranieri residenti in Calabria risultano più di 4mila rispetto all’anno precedente (113.078), per un’incidenza del 5,8% sulla popolazione totale. Rispetto al 2017 c’è stato un incremento dell’incidenza di 0,2%. C’è da dire però, che l’aumento di quest’ultima dipende soprattutto dalla progressiva diminuzione della popolazione autoctona, che fa registrare tra il 2017 e il 2018 un decremento pari a più di 14mila individui. Il forte decremento della popolazione è imputabile ai bassi livelli di fecondità e alla ripresa dei flussi emigratori dei calabresi. Infatti, dai dati provvisori resi disponibili dall’ISTAT, per la popolazione autoctona si registra al 31 dicembre 2018, sia un saldo naturale negativo (– 5mila) che un saldo migratorio negativo (– 10mila). La popolazione autoctona residente in Calabria sta vivendo contemporaneamente un forte decremento demografico e un invecchiamento che appare attualmente in una fase molto avanzata. L’indice di vecchiaia è infatti pari a 182,8%, mentre lo stesso indicatore calcolato per la popolazione complessiva è pari a 163,3%, quindi la popolazione straniera consente di rallentare, se pur in minima parte l’invecchiamento demografico in Calabria. Tale indice verosimilmente nei prossimi anni sarà destinato a crescere: secondo le previsioni ISTAT (prendendo in considerazione lo scenario centrale, perché fornisce un set di stime puntuali ritenute “verosimili”, in quanto costruite in base alle recenti tendenze demografiche) l’indice di vecchiaia sarà pari a 221,7% nel 2030 in Calabria.
Il calo demografico si riflette non solo sulla dimensione crescente della popolazione anziana, ma determina effetti anche in ambiti come quello scolastico, dal momento che una popolazione che fa sempre meno figli innesca dinamiche che, protratte nel tempo, interrompono il ciclo del ricambio generazionale. Per il secondo anno scolastico, la Calabria fa registrare un decremento degli alunni complessivamente iscritti pari a – 5.717 (mentre per l’a.s. 2016/2017 fu pari a -7.804), per il contingente straniero si registra una diminuzione pari a -86 (nell’a.s. 2016/2017 fu maggiore pari infatti a -122). Dai dati appare evidente che anche guardando a un contesto giovane e dinamico quale quello della scuola, la Calabria si presenta in affanno, in cui sia gli studenti autoctoni che quelli stranieri diminuiscono.
La struttura per età della popolazione straniera è sostanzialmente giovane, gli over 65enni costituiscono soltanto il 3,4% della popolazione totale, la classe di età più rappresentativa è quella 30-44 (35,2%), che fa registrare tra il 2017 e il 2018 il maggior incremento (+ 15mila). Osservando la popolazione in età attiva della popolazione straniera e quella italiana si evince che quest’ultima è soprattutto costituita dal contingente più anziano (45-64 anni) che ha un incidenza pari a 47,53% sul totale (Figura 1).
Mentre la popolazione in età attiva straniera è soprattutto rappresentata da coloro che hanno un’età tra i 30 ed i 44, la macro classe di età più giovane rappresenta il 26,14% del totale, mentre quello degli italiani soltanto il 21,79%, considerando poi che verosimilmente buona parte di essi sta ancora ultimando gli studi, la presenza effettiva nel mercato del lavoro è verosimilmente inferiore al 21,79%.
Secondo i dati della Rilevazione campionaria della forza lavoro realizzata dall’Istat, nel corso del 2018 gli occupati stranieri in Calabria sono più di 45mila pari all’8,3% del totale. Rispetto al 2017 tale contingente ha registrato un incremento di + 6.700. Essi sono distribuiti per settore nel modo seguente: 13.584 in agricoltura, 7.044 nell’industria e 25.110 nei servizi, quest’ultimo è il settore che fa registrare il maggior incremento tra il 2017 ed il 2018 (più di 2.700 occupati). Un altro dato positivo si registra anche per gli occupati italiani che passano da 497.876 del 2017 a 505.317 del 2018.
Come per il resto d’Italia, anche in Calabria la retribuzione media di un lavoratore straniero (764 euro, a fronte di una media nazionale di 1.053 euro) risulta inferiore a quella di un lavoratore italiano (che si attesta in Calabria a 1.176 euro). In continuità con quanto registrato in passato, il numero delle imprese condotte da immigrati ha continuato a crescere (+0,9% nel 2018, mentre nel 2017 era stato pari a +2,7%) mentre quelle italiane fanno registrare un decremento pari a – 673.
Oltre il 90,0% delle attività imprenditoriali degli immigrati sono organizzate in forma di impresa individuale, queste imprese tendono a concentrarsi soprattutto nei servizi (11.524), seguiti dall’industria (1.202), mentre sono meno attive nel settore agricolo (504), si riscontrano un numero di 205 imprese non classificate. Il comparto in cui troviamo più imprese è quello del commercio (75,7%, mentre a livello nazionale è pari l’incidenza a 38,9%) che rappresenta quello che tradizionalmente è a forte presenza di stranieri, seguono le costruzioni (6,3%) e l’agricoltura (3,8%). Relativamente ai principali paesi di nascita, quelli più coinvolti nel fenomeno sono i marocchini (43,0%), seguiti a considerevole distanza dai tedeschi (7,0%, nella maggior parte dei casi cittadini italiani nati in Germania), indiani e pakistani (5,3%) al quinto posto troviamo i cinesi (4,9%).
Conclusioni
La struttura per età della popolazione residente in Calabria ci narra una storia demografica (in termini di fecondità, sopravvivenza e migrazioni) molto complessa, costituita da due continenti molto diversi, da un lato, infatti, c’è la popolazione straniera che cresce costantemente tanto da far registrare nel 2018 la più alta variazione percentuale rispetto l’anno precedente (4,23% contro il 2,42% della Lombardia, che ricordiamo essere la prima regione per numero di stranieri residenti pari, infatti, a più di 1 milione al 31 dicembre 2018), è costituita sostanzialmente dalla popolazione in età attiva, gli over 65enni costituiscono soltanto il 3,4% dei residenti. Dall’altra parte, invece, c’è la popolazione autoctona che vive un forte decremento, tra il 2017 e il 2018 si registra un calo di oltre 14mila residenti, una perdita pari alla scomparsa di un gruppo di comuni come Caraffa di Catanzaro, Settingiano, San Floro, Marcellinara, Cortale e Maida (degli 80 comuni della provincia di Catanzaro, infatti, solo Lamezia Terme e il comune capoluogo hanno un numero di residenti superiore a 70mila, tutti gli altri comuni contano meno di 10mila abitanti). Ed è caratterizzata da uno dei processi di maggiore rilievo in corso nei Paesi industrializzati che è certamente quello dell’invecchiamento demografico.
Dalle previsioni dell’Istat, si evince che ci sarà verosimilmente un ulteriore aumento delle classi di età più anziane, quindi, un ulteriore squilibrio della struttura per età della popolazione complessivamente residente in Calabria. C’è da dire a tale proposito che, mentre i fattori centrali dell’invecchiamento della popolazione (riduzione dei tassi di fecondità al di sotto del livello di sostituzione delle generazioni e allungamento della speranza di vita) sono noti e sono stati ampiamente studiati, la valutazione delle conseguenze dell’invecchiamento è forse meno approfondita ad oggi.
La dinamica demografica delineata per i prossimi anni in Calabria comporta l’esigenza di creare delle alleanze tra le generazioni, valorizzando il potenziale di tutti, dall’infanzia all’età anziana, tenendo viva la speranza di costruire con fiducia un futuro migliore per tutta la popolazione autoctona e straniera. Il nodo decisivo di questo processo è la valorizzazione del potenziale delle giovani generazioni a cui andrebbe passato il testimone, riconoscendo concretamente, attraverso adeguati percorsi formativi ed efficaci politiche del lavoro, il protagonismo che spetta loro di diritto.
Al fine di preservare tutto il patrimonio demografico di oggi e garantire un incremento futuro di esso, oltre a creare un’alleanza tra le generazioni è necessario, inoltre, sviluppare un clima sociale favorevole e politiche familiari davvero incisive e inclusive che possano realmente consentire un incremento dei livelli di fecondità. Pensiamo che oggi la Calabria fa registrare un tasso di fecondità pari a 1,28 figli per donna, che è un valore al di sotto della media nazionale (pari a 1,32 figli per donna).
Bibliografia
Baldi S., Cagliano De Azvedo R. 2005. La popolazione italiana. Il Mulino, Bologna. Billari F.C.,
Blangiardo G.C. (2012), Discovering the Demographic GDP, Rivista Internazionale di Scienze
Sociali, Anno CXX, 1, pp.45-58
Caldwell J.C., Theory of fertility decline, London-New York 1982.
De Rose A., Strozza S., L’Italia nella crisi economica, il Mulino, Bologna, 2015.
Roberta Saladino, 2019 – “Capitolo: Calabria – Rapporto Immigrazione 2016”. “Dossier Statistico Immigrazione 2019” a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS in partenariato con la rivista Confronti, Roma, ottobre 2019 – pp. 432-436.
Dottore di Ricerca in “Storia Economica, Demografia, Istituzioni e Società nei Paesi del Mediterraneo”, XXIII ciclo, presso l’Unical. E’ referente del Centro Studi e Ricerche IDOS in Calabria e autrice del capitolo “Calabria. Rapporto Immigrazione 2019”.