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Fondi Ue: previsti tagli al bilancio per la politica agricola comune

Bonaccini: non si riduca la politica di coesione

Dal 2021 sono previsti i primi tagli dell’Unione Europea al bilancio Pac, e cioè alla politica agricola comune. La Commissione europea ha infatti adottato i regolamenti transitori per far arrivare la Politica agricola comune (Pac) oltre il 2020, con i primi tagli sul bilancio. Le proposte che estendono tutti i programmi della Pac di un anno, adottate dalla Commissione europea il 31 ottobre, applicano la riduzione della spesa per la politica agricola previste dalla bozza di quadro finanziario pluriennale dell’Esecutivo Ue.
Per l’Italia vuol dire, per l’anno 2021, 3,56 miliardi in pagamenti diretti e 1,27 per lo sviluppo rurale (Psr), rispettivamente 140 milioni (-3,9%) e 230 milioni in meno (-15,6%) rispetto al massimale 2020, per un totale di 370 milioni di euro.
Con l’adozione dei regolamenti transitori la Commissione europea riconosce che, per il prolungarsi dello stallo sui negoziati paralleli sulla riforma e sul bilancio Ue 2021-2027, non ci sono i tempi per avviare la nuova Pac nel 2021 come previsto. Propone quindi una serie di aggiustamenti necessari a estendere l’attuale quadro legislativo e posticipare l’applicazione delle nuove regole di un anno, affinché la nuova Pac possa entrare in vigore il 1 gennaio 2022. Le disposizioni dovranno ora essere discusse dal Consiglio Ue e dall’Europarlamento. Inoltre la Commissione europea ha spiegato anche che sarà applicata la “tolleranza zero sulle frodi sui fondi Ue, la responsabilità sul controllo è condivisa con i Paesi membri, ma la Commissione può intervenire con sanzioni come la sospensione dell’erogazione dei fondi e la correzione finanziaria”.
Quanto invece alla politica di coesione “Noi continueremo a insistere di non prevedere tagli”, dichiara il presidente della regione Emilia-Romagna.
“Le politiche di coesione – sottolinea Stefano Bonaccini – sono state molto importanti negli anni della grave crisi economica che ha attraversato un po’ tutti i Paesi europei, perché ci hanno permesso di utilizzare quei fondi per dare una mano al territorio, all’economia, alle imprese”.

Fonte

Redazione

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