di Domenico Marino*
La curva dei contagi si sta ormai stabilizzando, l’epidemia ha cessato di crescere a seguito delle misure di lock down e nel giro di un mese potremo essere nella condizione di zero contagi. A questo punto dobbiamo cominciare a porci in maniera forte il tema della ripartenza dell’economia che ha subito un duro colpo dalle procedure di contenimento e, in particolare in Calabria, occorrerà porsi con forza il tema del rilancio dell’economia non solo in un’ottica di riavvio delle attività, ma anche in un’ottica di sviluppo.
L’agricoltura e il settore agroalimentare sono stati solo in parte colpiti dalle procedure di lock down, perché essendo un settore essenziale e strategico ha potuto in larga misura continuare a produrre. È però anche vero che una parte della produzione che era destinata ai mercati esteri, una parte di quella destinata ai mercati nazionali ha dovuto necessariamente subire una flessione a seguito delle difficoltà di gestione della logistica e tutta la filiera legata al turismo e alla ristorazione ha subito un duro colpo. Tutto il settore del florovivaismo ha quasi completamente dovuto chiudere i battenti per mancanza di domanda e questo in Calabria può significare migliaia di posti di lavoro in meno considerando l’indotto. A rischio sono anche tutte le coltivazioni familiari destinate in parte all’autoconsumo e al consumo di prossimità che sono state fortemente penalizzate dalla difficoltà di spostamento e dalla difficoltà di reperire manodopera necessaria alle lavorazioni di base.
Se anche, quindi, non vi è stata nel settore agricolo ed agroalimentare una chiusura totale è pur vero che anche questo settore ha pesantemente risentito e risentirà ancora nei prossimi mesi, data la forte stagionalità delle produzioni, di questo periodo di lock down.
Occorre quindi pensare ad un sistema di incentivi specifico per l’agricoltura e l’agroalimentare, sistema di incentivi che tenga conto delle peculiarità e della stagionalità del settore. Gli incentivi devono essere finalizzati ad una rapida ripartenza del settore per riuscire se i tempi saranno compatibili a sfruttare il periodo estivo per tentare un rilancio, che ovviamente potrà essere solo parziale, del settore turistico. Ma soprattutto sarà fondamentale porre le basi per una ripartenza piena in autunno in modo da eliminare totalmente gli effetti negativi della chiusura nel prossimo anno. Occorre anche riconciliare i tempi produttivi con i tempi della domanda e ciò potrà completamente avvenire solo a partire dalla prossima primavera. Se anche non vi è stata una chiusura totale tuttavia, il rischio di perdere un anno di produzione per l’agricoltura è forte e, pertanto, per molte produzioni occorrerà immaginare un sistema di ammortizzatori che limitino questi effetti negativi. Il rischio concreto è quello di perdere molte aziende agricole, soprattutto quelle di natura familiare, che però accanto alla matrice economica presentano una valenza sociale in quanto diventano dei presidi del territorio. Salvaguardare queste imprese non significa solo fare un investimento in termini economici, ma anche un investimento in termini di sostenibilità territoriale.
L’agricoltura e l’agroalimentare sono poi i settori che hanno la possibilità di dare una risposta immediata all’aumento di domanda che la fine del periodo di quarantena porterà e, quindi, possono diventare nella fase di rilancio dell’economia, soprattutto in Calabria, uno dei settori trainanti.
L’epidemia di covid 19 è stato un disastro dal punto di vista umano, ma anche dal punto di vista economico. La fase di ricostruzione sarà difficile e complessa, ma, come si verifica dopo ogni sciagura la forza di rialzarsi e di battere il mostro che ci ha messo in crisi costituisce una spinta vigorosa per il rilancio dell’economia.
L’agricoltura e l’agroalimentare possono diventare, soprattutto in Calabria, i settori trainanti di questa rinascita.
Domenico Marino (*)
Professore di Politica Economica – Università Mediterranea di Reggio Calabria.
Direttore del Centro Studi delle Politiche Economiche e Territoriali del Dip. Pau dell’Un. Mediterranea di Reggio Calabria.
Direttore del Master di II° livello in “Economia dello Sviluppo e delle Risorse Territoriali Culturali e Ambientali” dell’Un. Mediterranea di Reggio Calabria.