Di Pino Campisi
Enzo Serra è un imprenditore calabrese che ha deciso di restare ed investire in questa terra bellissima. Da questa terra ricava i profumi e le erbe per far nascere i suoi pregiatissimi liquori che sono legati alle origini del popolo degli Enotri e di Re Italo. Si è spinto fino al 1350 a.c., ad origini lontanissime, per dare un nome alle sue creature, bottiglie sovrane che persino nei colori parlano di una terra che produce da sempre eccellenze e sapori unici e inconfondibili.
Essere imprenditore in Calabria perché? Cosa spinge a fare quando quasi tutto è più difficile che altrove.
L’imprenditore è spesso un sognatore che pensa di poter cambiare il mondo e creare qualcosa di nuovo. L’imprenditore sogna di costruire un prodotto vincente, dare lavoro per sostenere l’economia della sua terra. Tutto è molto difficile e farlo in Calabria molto di più. Ostacoli ambientali, pregiudizi , burocrazia e condizionamenti ambientali rendono spesso questi sogni utopie .
La Calabria ha le caratteristiche uniche nello scenario mondiale per il suo fantastico microclima, la biodiversità e per una storia antica che è quella della Magna Grecia, storia ancora tutta da scoprire.
Ecco in sintesi la risposta al mio progetto: sono un sognatore, amo la mia terra con tutte le sue contraddizioni e vorrei sviluppare un progetto importante per parlare delle cose belle di questa terra.
Come nasce questa storia imprenditoriale dei liquori intorno a Re Italo?
Re Italo personaggio che nel 1350 A.C., 17 generazioni prima della guerra di Troia unifica la Calabria, che in suo onore sarà chiamata ITALIA. Personaggio avvolto nella leggenda ma che ha lasciato profonde tracce nella cultura del mediterraneo con i “sissizi”: pranzi comuni, in cui si sviluppava socialità, economia e politica che restano nelle tradizioni dei nostri convivi che non sono solo un modo per sfamarsi ma per condividere. Storia che molti calabresi non conoscono e non c’è neanche il riconoscimento storico d’aver dato il nome alla nostra splendida nazione. Re Italo riuscì a unificare questa terra con la guerra ma anche con la pace, Aristotele infatti definisce la Calabria “terra di pace”, il liquore a lui dedicato unisce gli splendidi agrumi della nostra terra che sono unici in ogni zona: clementine, arance, cedri, limoni e bergamotti.
In fondo i liquori nascono da erbe ed essenze di cui la nostra Calabria è ricca. La terra degli Enotri ha dunque un ruolo in questa storia.
Come già detto la Calabria ha una splendida biodiversità e i profumi che incontro in ogni zona arricchisce il bagaglio delle mie esperienze e mi offrono continui spunti per la creazione di nuovi prodotti.
Perché in questo progetto imprenditoriale entra la Calabria contemporanea? Accompagnata dal suo liquore e dalle eleganti bottiglie, alcune delle quali con dei nomi che appartengono a grandi storie Alaricum, Amareggio, Donna Brettia, Re Italo.
Re Italo è una parte di Calabria da riscoprire e rivalutare. Anche gli altri personaggi storici che fanno parte del mio progetto guardano al passato ma chiedono un riscatto. Basta pensare a Donna Brettia, la prima donna combattente d’occidente che guida i cosentini in battaglia contro l’esercito di Dionigi di Siracusa e in suo onore i cosentini verranno chiamati “Brettii”, diventando la popolazione egemone della Magna Grecia fino all’arrivo dei romani. Alleandoci prima con Pirro e poi con Annibale fummo una spina nel fianco dei romani e anche Spartaco il gladiatore, che volle ribellarsi alla schiavitù dei romani, venne in Calabria per cercare sostegno e qui poi venne ucciso. Per tre secoli i calabresi si opporranno ai romani portando a una damnatio culturale ed economica e all’oblio di questa eroina. I romani ci odieranno al punto che la popolazione dei Brettii divenne il popolo dei Bruzi: i brutti, i cattivi e arrivarono a dire che la croce di Cristo fosse stata costruita proprio dai calabresi. Questo liquore dedicato a tutte le donna calabresi è fatto con i fichi dottati del cosentino, cannella, noci, alloro ed è una “crucetta” da bere.
Perché questo progetto imprenditoriale guarda al passato ma è molto contemporaneo?
Perché tramite i miei liquori vorrei far riscoprire la dignità, il rispetto e l’amore per questa terra.
Amareggio, per esempio, è un liquore al bergamotto che parla di questo splendido frutto unico al mondo. Oppure l’Alaricum, l’amaro amaro che ricorda il tesoro di Alarico sepolto sulle rive del Busento. Oppure il liquore Pornocino che unisce il profumo dei nostri porcini con il nocino e il liquore Terzo Bronzo, prodotto con la liquirizia dop di Calabria che denuncia le ricchezze rubate a questa magnifica terra.
Parliamo anche di come far crescere una nuova impresa. Fare rete per essere più competitivi, fare qualità con un prodotto originalissimo, tutelare l’ambiente dove si produce attraverso una economia sostenibile. Secondo te sono elementi importanti, oppure affaticano l’azienda?
Si, è difficile ma l’unica strada per la Calabria e per il meridione più in genere, per uscire dal divario economico e culturale, è quella che va in direzione della cultura e dello sviluppo di imprenditori giovani e dinamici, che sappiano fare rete tra di loro e insieme far crescere un’identità territoriale e un’eccellenza, fatte di aziende uniche nel loro genere, che potranno essere forti solo se sapranno fare sinergia.
Ecco perché guardare al passato diventa importante, per recuperare identità e dignità. Questo serve anche per proiettarsi verso un futuro che sarà diverso solo se impareremo ad essere diversi.
Questa terra la ami solo quando vai via, sei lontano o quando qualcuno viene da fuori e resta stupito dalla bellezza dei nostri posti e allo stesso tempo dall’incuria con cui li trattiamo.
I liquori di Re Italo pensano di conquistare mercati fuori dalla Calabria?
I miei liquori vogliono essere portavoce di una Calabria positiva che parli di qualità e territorio tramite la cucina italiana diffusa nel mondo, perché i miei prodotti vanno raccontati, amati e assaporati e poi anche personalizzati con la “5° Essenza”, ed è un progetto nuovo e rivoluzionario unico al mondo.
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