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Lamezia, sottoscritta ‘Carta dei valori’ al X festival della dottrina sociale della Chiesa

Lamezia Terme – “Memoria del futuro è un progetto di vita per promuovere e concretizzare il bene comune, che entra in questo tempo complesso e sofferente. La crisi pandemica e post-pandemica chiede all’uomo contemporaneo un coinvolgimento operoso per ri-costruire il futuro”. Questo uno dei passaggi della “carta dei valori” del territorio di Lamezia Terme, sottoscritta, al termine del X festival della dottrina sociale della Chiesa “Memoria del Futuro – Legalità nell’Impresa e nel Lavoro” da: Fondazione Caritas; Comune di Lamezia Terme; Progetto Sud; Acli Terra Calabria; Costituendo distretto del cibo del Lametino; Unindustria Calabria; LameziaEuropa; Acli Calabria; la Bcc del Crotonese; Cisl Calabria; Gal dei due Mari; Calabria Condivisa (rete associazioni imprese); Forum Terzo settore; Azienda Amarelli; Associazione Cammino Basiliano; Alleanza contro la povertà assoluta Calabria; Confcooperative Calabria.

“La città di Lamezia Terme – è detto nel documento – entra nel programma Festival diffuso delle 28 città italiane attraverso una tematica che guidi la rigenerazione sociale della gente di Calabria, sostenuta dalla forza della fede e delle idee. Il X Festival della Dottrina sociale della Chiesa (Dsc) adotta una modalità organizzativa nuova: rende protagonisti i territori attraverso i festival locali coordinati. La finalità comune dei festival locali non può essere che la diffusione della Dsc nelle comunità civili, economiche e sociali, avendo particolare attenzione anche alla valorizzazione delle sinergie fra le realtà cattoliche esistenti. La Dsc indica, quali suoi principi fondanti, la centralità della persona e la fraternità. La centralità e dignità della persona – conclude la “carta” – si declinano con il rispetto della vita umana, della famiglia, comunità necessaria per lo sviluppo della persona, cellula primaria della comunità. In questo contesto il lavoro, le attività produttive e l’economia vengono ad assumere una chiara impostazione antropologica. La legalità nell’impresa e nel lavoro diventa la nostra memoria del futuro”.

La firma della “carta” è giunta a conclusione di una tre giorni di iniziative, svoltesi in contemporanea in 28 diocesi italiane ed a Lugano, in Svizzera, aperta con la piantumazione di un melograno, pianta tipica del Medio oriente, nella piazza antistante il complesso interparrocchiale San Benedetto alla presenza del vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, monsignor Giuseppe Schillaci; del procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio; del sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro; del direttore della Caritas e presidente della Fondazione Caritas diocesane, don Fabio Stanizzo, che ha coordinato questa edizione del Festival.

Nei giorni seguenti, si sono svolte due tavole rotonde, trasmesse in streaming sul sito nazionale del Festival nello spazio dedicato alla Diocesi di Lamezia Terme.

Nella prima tavola rotonda si è discusso di “Legalità nell’impresa e nel lavoro” ed i lavori hanno previsto, dopo i saluti del vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, gli interventi di: don Fabio Stanizzo, direttore della Caritas e presidente della Fondazione Caritas diocesane; don Giacomo Panizza, portavoce regionale “Alleanza contro la povertà assoluta” della Progetto Sud; Camillo Falvo, procuratore di Vibo Valentia; Domenico Marino, professore di politica economica dell’Universita’ Mediterranea di Reggio Calabria; Cosimo Puglia, direttore generale La Bcc del Crotonese; Tonino Russo, segretario generale Cisl Calabria; Aldo Ferrara, presidente Unindustria Calabria.

La seconda tavola rotonda su “Quale futuro per la Calabria” ha registrato, dopo i saluti del vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, monsignor Giuseppe Schillaci, gli interventi di: don Fabio Stanizzo, direttore della Caritas e presidente della Fondazione Caritas diocesane; Giovanna De Sensi Sestito, già professore di Storia Greca dell’Università della Calabria; Giuseppe Campisi, presidente regionale di Acli Terra Calabria, esperto di politiche del lavoro; Rossana Panarello, esperta servizi socio-sanitari confcooperative Calabria; Fortunato Amarelli, imprenditore; Carmine Lupia, presidente associazione cammino Basiliano Calabria.

Intervenuto con un video messaggio, sono giunti anche i saluti di Papa Francesco “a tutti voi che prendete parte, a Verona e nelle varie città italiane collegate via internet, al Festival della Dottrina sociale della Chiesa che, con la sua metodologia creativa, desidera avviare un confronto tra soggetti diversi per sensibilità e azione, ma convergenti nella costruzione del bene comune. È un’edizione diversa dal solito – ha aggiunto il Pontefice – perché siamo alle prese con la pandemia ancora presente, uno scenario che porta con sé difficoltà e gravi ferite personali e sociali. Ed è un’edizione un po’ diversa dal solito anche perché, per la prima volta, don Adriano Vincenzi non è con voi a sostenere questo momento formativo giunto alla sua decima edizione. Lo vogliamo ricordare nel tratto distintivo del suo servizio, con parole che si intonano con quanto ho scritto nell’ultima Enciclica ‘Fratelli tutti’: è grande nobiltà essere capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, con la speranza riposta nella forza segreta del bene che si semina» (n. 196). Quest’anno – ha aggiunto Papa Francesco – il tema che avete scelto è ‘Memoria del futuro’. Sembra un po’ strano ma è creativo: ‘Memoria del futuro’. Ci invita a quell’atteggiamento creativo che possiamo dire è ‘frequentare il futuro’. Per noi cristiani, il futuro ha un nome e questo nome è speranza. La speranza è la virtù di un cuore che non si chiude nel buio, non si ferma al passato, non vivacchia nel presente, ma sa vedere il domani. Per noi cristiani, cosa significa il domani? È la vita redenta, la gioia del dono dell’incontro con l’Amore trinitario. In questo senso, essere Chiesa significa avere lo sguardo e il cuore creativi e orientati escatologicamente senza cedere alla tentazione della nostalgia, che è una vera e propria patologia spirituale”.

Nel suo saluto, infine, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel ricordare don Adriano Vincenzi, “ideatore ed animatore instancabile”, ha evidenziato che l’edizione di quest’anno del Festival, pur svolgendosi da remoto, ha offerto “alla discussione pubblica spunti, idee, proposte utili per accrescere la partecipazione civile, il senso di comunità e la coesione”.

Fonte


Redazione

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