L’incontro sul web é stato organizzato da ANTEAS Calabria, rappresentata dal Presidente Cataldo Nigro e con il supporto tecnico di Oikos Cooperativa Sociale e dell’Associazione Jonathan, entrambe rappresentate dalla Presidentessa Arch. Maria Paola Quattrone.
Presente Gianni Pensabene, Portavoce del Terzo Settore in Calabria e Pino Campisi, Presidente ACLI Terra Calabria che ha pure promosso l’evento formativo.
Al webinar, curato dal Dr. Cesare Nisticò, esperto di Politiche Sociali e Terzo Settore, erano collegati circa sessanta partecipanti, tutti esponenti ed operatori di realtà significative del non profit.
Ha introdotto la video conferenza il Dr. Gianni Pensabene, Portavoce del Terzo Settore in Calabria, che ha evidenziato l’importanza di stimolare nei territori la partecipazione al concreto compimento del principio di sussidiarietà ringraziando il Dr. Cesare Nisticò per aver voluto, con il webinar, dare un contributo in tal senso. E’ seguito il saluto del Dr. Cataldo Nigro, Presidente Regionale dell’ANTEAS (Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà), una organizzazione nata nel 1996 sotto l’egida della CISL Nazionale e presente in tutta Italia con centinaia di sezioni e migliaia di volontari.
Il Dr. Nisticò ha richiamato l’attenzione dei partecipanti sulla svolta epocale, nella nostra Regione, conseguente a due importanti riforme: quella nazionale concernente il nuovo Codice del Terzo Settore e quella appena avviata in Calabria riguardante le Politiche Sociali, una materia trasferita recentemente ai Comuni riuniti in trentadue Ambiti Distrettuali. In Calabria le due riforme si intrecciano e sono interdipendenti in quanto il corretto compimento della riforma delle politiche sociali comporta necessariamente il coinvolgimento delle realtà non profit presenti nei territori e che vanno sotto la denominazione di «Terzo Settore». Infatti – dice il Dr. Nisticò – è riduttivo definire e considerare la riforma delle politiche sociali come un mero trasferimento di competenze dalla Regione ai Comuni. Con la riforma del welfare sociale in Calabria il governo delle politiche sociali è stato «restituito» alle comunità locali, «[…] intese come sistema di relazioni tra le Istituzioni, le persone, le famiglie, le Organizzazioni sociali, ognuno per le proprie competenze e responsabilità, per promuovere il miglioramento della qualità della vita e delle relazioni tra le persone…» (cita l’art. 1 comma 3 della Legge Regionale di riordino della materia, n. 23/2003, oggi finalmente applicata).
Con la riforma del welfare in Calabria i Comuni sono al centro di una complessa rete costituita da altre Amministrazioni Pubbliche (Strutture territoriali delle ASP, Istituzioni Scolastiche, Servizi territoriali dell’Autorità Giudiziaria minorile, ecc.) e soprattutto da Associazioni di promozione Sociale, Organizzazioni di Volontariato, Cooperative Sociali, Società di Mutuo Soccorso, ecc.: sono gli Enti del «Terzo Settore», organizzazioni private senza fine di lucro che partecipano alla programmazione e gestione dei servizi.
«Siamo quindi in presenza – dice il Dr. Nisticò – di un momento epocale e cruciale della vita dei calabresi chiamati a partecipare alle scelte e alla gestione di questi importanti servizi del territorio, grazie alle riforme in corso che consentono e sollecitano il concreto compimento del principio costituzionale di sussidiarietà negli intrecci collaborativi tra pubblico e privato-sociale, mediante gli istituti, previsti dalla legge, della co-programmazione, co-progettazione, fino all’affidamento dei servizi». Dobbiamo imparare – conclude il Dr. Nisticò – le regole della partecipazione per essere pronti a questo importante appuntamento».