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Libro-testimonianza di Vito Cesareo su Mons. Giuseppe Cognata, Vescovo Salesiano Agrigentino Servo di Dio

Al termine di un processo dai tempi lunghi e farraginosi, caratterizzato da attività di indagine svolte con scrupolo e zelo e da testimonianze attendibili, segue la sentenza.
Quando questa risulta favorevole ad una delle parti in causa, si suole dire: “Giustizia è fatta”. Questo ha fatto recentemente Papa Francesco con il rendere giustizia al Vescovo salesiano agrigentino, Mons. Giuseppe Cognata con il suo consenso alla apertura della causa di beatificazione del Vescovo Martire di Bova, fondatore dell’Istituto delle suore salesiane Oblate del Sacro Cuore.
La decisone di Papà Francesco, come ha osservato Luigi Mariano Guzzo nel suo ampio servizio apparso recentemente su “Quotidiano del Sud”, arriva ad un anno dalla pubblicazione del libro-testimonianza di Vito Cesareo dal titolo:” Giuseppe Cognata S.D.B. UN VESCOVO DEI NOSTRI TEMPI TRA OBLAZIONE E SANTITA’ “ con la sapiente prefazione di S.E. Mons. Antonio Cantisani, arcivescovo metropolita emerito di Catanzaro-Squillace e già Presidente delle Conferenza episcopale calabra.
Il consenso di Papa Francesco assume per certi versi una doppia valenza: l’esaltazione della santità e il riconoscimento di innocenza di Cognata.
Un vero e proprio atto riparatorio per il torto subito dal Sant’Uffizio, che con un provvedimento a dir poco affrettato, aveva rimosso e sospeso il Vescovo di Bova dalle funzioni episcopali.
In questa vicenda, non pare azzardato affermare che Vito Cesareo può essere definito l’avvocato di Mons. Giuseppe Cognata. Cesareo, che ha conosciuto Cognata quando frequentava da interno il Liceo classico salesiano di Macerata è un exallievo che attualmente ricopre la carica di vicepresidente vicario della Federazione Calabra degli Exallievi di Don Bosco.
Nominato presidente diocesano di Azione Cattolica e successivamente chiamato alla guida del M.E.I.C lametino e dei giuristi cattolici italiani-Unione locale di Lamezia Terme. Nel 1980 viene nominato dal C.S.M. Magistrato Onorario e gli viene affidata la reggenza della pretura di Squillace e successivamente incaricato presso la Pretura di Catanzaro. E’ stato Giudice di Pace per 13 anni. Autore di numerosi scritti e organizzatore di convegni e seminari di studio.
Di Mons. Cognata specie ora che inaspettatamente è balzato alla attenzione delle cronache sappiamo tutto o quasi. È nato a Girgenti nel 1885 e nonostante papà e nonno entrambi massoni, fossero di avviso contrario, frequenta le scuole dei salesiani e nel 1909 viene ordinato sacerdote ad Acireale. Dopo avere diretto alcune case salesiane, viene nominato da Pio XI Vescovo di Bova. Nel 1939, calunniato da alcune suore salesiane oblate, viene destituito dal Sant’Uffizio della dignità episcopale e per 22 anni vive dalle parti di Trento, Rovereto e Castello di Godego, nella preghiera e nel nascondimento.
A seguito della ritrattazione delle suore calunniatrici viene reintegrato nell’episcopato da Giovanni XXII e nominato del 1963 da Paolo XI Vescovo di Farsalo.
Partecipa a Concilio Vaticano II, quale Padre conciliare.
Nel 1972 viene a mancare a Pellaro.

Il volume di Cesareo non vuole essere solo e soltanto la biografia di Mons. Cognata, quanto la testimonianza della spiritualità di un vescovo pienamente salesiano, vissuto nel solco dell’insegnamento di Don Bosco, come ha osservato Mons. Antonio Cantisani nella sua prefazione.
L’autore, infine, nel suo libro, nel momento in cui rivolge un accorato appello affinche’ venga resa giustizia al vescovo, si è reso quasi profeticamente promotore del pronunciamento della Chiesa che gli ha reso finalmente giustizia con la cancellazione di una triste pagina della storia ecclesiale del passato.
In definitiva nel libro –testimonianza si colgono tra l’altro due finalità. La prima quella di presentare la spiritualità di Mons. Cognata nella specificità dell’oblazione e della santità. La seconda quella di chiedere alla Chiesa un riconoscimento della santità del Vescovo conosciuto di persona.
Quest’ultimo desiderio lo dimostra anche il fatto che l’autore indirizza al Papa e ai Vescovi una speciale attenzione nel momento in cui parla di similitudine pastorale tra Cognata e Papa Bergoglio.
Ma il libro merita di essere letto e adeguatamente divulgato per poter divenire strumento di conoscenza e di dialogo sulla Figura del Vescovo Cognata, ora Servo di Dio.
Provvidenziali coincidenze legano l’autore del presente articolo e l’autore del libro. Appare inequivocabile l’intervento di Mons. Cognata nel momento in cui i due autori, a loro insaputa, si sono conosciuti via etere e su segnalazione di un loro comune amico, il Dott. Valerio Martorana, Direttore della Rivista “Voci Fraterne” organo ufficiale della Federazione nazionale italiana degli Exallievi Don Bosco.
A dir poco felicissimo il venire nel mondo agrigentino di un lavoro che a mio avviso è anche senso di comunione ecclesiale tra l’autore e la Chiesa particolare nella quale oggi come ieri Don Giuseppe Cognata appare espressione diretta dello Spirito Santo.

Calogero Patti
Presidente Emerito
Unione Exallievi Don Bosco Agrigento

– Fonte

Redazione

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