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Tavola rotonda del 28 febbraio promossa dalla Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa

di Diodato Salvatore


Si è svolta il 28 febbraio e in modalità digitale la seconda tavola rotonda promossa dalla Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa, componente dell’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della diocesi di Lamezia Terme guidato da don Giuseppe Critelli. La partecipata e seguita riflessione si è snodata attraverso le sollecitazioni del tema, inserito nel programma annuale della Scuola dal titolo “L’anno del lavoro e dell’impresa”, dal titolo “Povertà demografica, educativa e alimentare. Donne e giovani: nella cooperazione e co-progettazione le politiche per il lavoro”. A moderare la riflessione collettiva è stato il dott. Pino Campisi, coordinatore regionale dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti e della Scuola di Dottrina Sociale, il quale ha fatto avvicendare i saluti e le provocazioni dei vescovi delle diocesi di Lamezia Terme e di Cassano allo Jonio, entrambi presenti ai lavori. In particolare mons. Schillaci, vescovo di Lamezia Terme, ha marcato l’importanza di ascoltare il grido delle tante povertà della nostra terra calabrese – economica, sociale, culturale –, richiamando la “Fratelli tutti” di papa Francesco, per poter attuare il dialogo lì dove la società contemporanea instaura perpetuamente la controversia. Richiamandosi a queste parole, anche mons. Savino, vescovo di Cassano allo Jonio, ha ripreso le parole dell’attuale pontefice, affermando come, nella realtà nella quale viviamo, i poveri gridino vendetta alla giustizia di Dio. La povertà vissuta da molti, ha aggiunto il presule, è oggi aggravata dalla pandemia che stiamo ancora vivendo, nell’inasprimento della povertà economica, ma anche educativa, spirituale; povertà le quali possono trovare ristoro attraverso le coordinate del magistero pontificio e della Dottrina Sociale.

Il moderatore Campisi, ha perciò chiamato in aiuto alla riflessione don Giacomo Panizza e don Fabio Stanizzo, rispettivamente portavoce regionale di Alleanza contro la povertà e direttore dell’Ufficio Caritas della Diocesi di Lamezia Terme, i quali hanno evidenziato come le disuguaglianze tra nord e sud d’Italia si siano inasprite, aggravandosi nelle loro conseguenze, nelle quali si ritrova la (costretta) partenza di molti giovani; il quale vuoto impoverisce ancora di più la nostra terra regionale. In particolare, don Stanizzo, ha portato a conoscenza il caso concreto dei territori della diocesi di Lamezia Terme, i quali hanno visto incrementare le utenze per i servizi docce, mensa, di screening gratuito per il monitoraggio e contro la diffusione del covid e d’aiuto per l’emergenza abitativa. Particolare e ricca di speranza la sottolineatura del Direttore Caritas, il quale ha reso l’immagine di esperienze concrete di prossimità alle persone, di ogni persona in difficoltà, attraverso la creatività di operatori e volontari; insieme alla volontà di coinvolgimento nella progettazione degli aiuti economici che arriveranno in Regione per mezzo del PNRR.

Interessante la riflessione della dott.ssa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo settore, la quale ha messo a fuoco la cattiva gestione demografica nel nostro Paese, una gestione che si declina nella manchevole politica della natalità, nella cattiva incentivazione, nei mancati investimenti, nella vera e propria gestione demografica, traducentesi nelle esperienza dei “cervelli in fuga”, dei così detti “sovra-educati” o, parallelamente, dei “sotto-educati”, nella poco o nulla attenzione verso la ricchezza donataci dalle immigrazione. A partire da questa ricchezza già condivisibile, bisogna pensare a ricostruire un’amministrazione condivisa, la quale si snodi nella qualità dei servizi, nella qualità del lavoro, nell’accesso alla conoscenza. In tal modo si rinnova la sussidiarietà, non il sostituire ma il condividere e l’aiutare: un terzo settore coinvolto nella progettazione e nell’attuazione amministrativa, capace di rompere con la mentalità dell’autoreferenzialità e dei meccanismi di competizione.

In conclusione, il dott. Campisi, ha dato voce nella riflessione comune, al dott. Rossini, portavoce nazionale di Alleanza contro la povertà, il quale ha sottolineato l’idea di poter guidare alla creazione del lavoro attraverso un orientamento che parta dalla scelta scolastica dei ragazzi. Infine, il prof. Musella, professore presso l’Università di Napoli e presidente IRISNETWORK – Istituto di Ricerca Impresa Sociale, ha fatto emergere come la premessa vincolante di ogni discorso, l’art. 3 della nostra Costituzione, sia, pur essendo tale, calpestato quotidianamente. Ecco allora che si delinea il senso dell’essere terzo settore: l’essere legato alla capacità di delineare i comportamenti non appropriati all’umanità, per poter generare equità e non disparità, alimentando cultura di pace e non semi, o frutti, di guerra.

Redazione

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