L’approvazione del Disegno di Legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario e le sue disastrose ricadute sulla vita degli italiani devono far crescere una forte mobilitazione civile, incontrando i cittadini, in particolare quanti abitano il Sud. Quella che viene fuori da questa scelta divisiva è una idea di Paese che alle Acli non piace per nulla, perché va contro le fasce più deboli e contro la parte di territorio che ancora vive in gran parte in una condizione di crisi su diversi fronti: lavoro, formazione e istruzione, ambiente e tutela del territorio, dispersione scolastica, drammatica situazione sociosanitaria, abbandono delle aree marginali, qualità e sicurezza del lavoro. Le differenze di condizioni sociali ed economiche tra Nord e Sud, creano uno strappo forte e devastante. Le Acli, da sempre, lavorano per costruire sempre di più uno Stato unitario, secondo la scelta della Costituzione della Repubblica: portiamo avanti questo compito sin dal 1945, data storica di nascita delle Acli. Il principio di uguaglianza sostanziale è quanto caratterizza il nostro impegno come promotori sociali, attraverso il processo di integrazione nazionale e lotta alle diseguaglianze. Questa riforma è una scelta che crea rottura e di ulteriori diseguaglianze in più abbatterebbe una parte di competenza concorrente con lo Stato, solo 14 materie, rispetto alle 23 di competenza esclusiva delle regioni. È importante che le Associazioni ed i Movimenti, sostenitori di una promozione sociale basata sulla solidarietà e sussidiarietà, rafforzino una partecipazione rappresentativa delle esigenze vere delle persone e delle famiglie più deboli. Le Acli lametine condividono quanto i Vescovi calabresi hanno espresso di recente: << Bisogna trovare vie perché si maturi la consapevolezza che il Paese avrà un futuro solo se tutti insieme sapremo tessere e ritessere intenzionalmente legami di solidarietà, a tutti i livelli. La realizzazione di questo progetto potrebbe avere esiti disastrosi sul piano della coesione sociale. Le disuguaglianze nel nostro Paese hanno una natura anche territoriale. Pensiamo alla sanità, ma anche all’istruzione, ai servizi sociali, alla questione ambientale, ai trasporti. Non si tratta solo di questioni economiche, ma dell’accesso ai diritti di cittadinanza. In uno Stato unitario essi vanno assicurati a tutti a prescindere dal luogo di residenza e dal grado di sviluppo produttivo locale. Senza questi diritti si indebolisce il senso di appartenenza a un’unica comunità nazionale. Il progetto di autonomia differenziata rende, perciò, ancora più opache le prospettive del Paese perché proprio negli ambiti da cui dipende la qualità e l’estensione dello sviluppo umano autentico le Regioni vogliono fare da sole, chiedendo più poteri e risorse>>. Il Circolo Acli don Saverio Gatti e Acli, nel segno della lunga storia accanto alle fasce deboli, ai territori più bisognosi e tutte le lotte di conquiste civili e democratiche a favore del lavoro e dei lavoratori sono per la tutela dei principi democratici e dei diritti dei cittadini, quelli più vulnerabili. Secondo noi anche dal punto di vista dello sviluppo economico questa riforma non è in ascolto dei territori. In particolare dei cittadini residenti nelle aree interne, dove sono in atto spopolamento e svuotamento senza precedenti, vicini alla tragedia ed alla cancellazione di intere aree abitative di antichissime tradizioni culturali. Non si fermerà la mobilitazione delle Acli per favorire una riforma diversa che mantenga il Paese unito e solidale.
Antonio Di Cello – Presidente Circolo
Acli APS don Saverio Gatti – Lamezia Terme